Sul come sia umanamente possibile rendere meno faticose le cose faticose
“Nella lunga storia del genere umano (e anche del genere animale) hanno prevalso coloro che hanno imparato a collaborare ed a improvvisare con più efficacia.”
Charles Robert Darwin
Ci sono 6 sportelli aperti e sul display scorrono i numeri, con davanti una lettera che corrisponde alle specifiche operazioni.
Sono in un ufficio postale di Torino, vicino alla Stazione di Porta Nuova.
Pacchi, bollettini da pagare, pensioni da ritirare, pratiche per il permesso di soggiorno…. Ogni persona è all’interno di una sua storia. Ha un’urgenza. Ha una paura di arrivare allo sportello e scoprire che le manca qualche cosa. Ha qualcuno a cui spedire qualcosa, qualcuno che l’aspetta a casa o nessuno che l’aspetta a casa. Ha una lingua dentro cui è cresciuto/a e altre lingue di cui conosce tante parole, poche parole, forse solo 2 o 3 per ora.
Ci sono bambini nella pancia, nei passeggini, nei desideri, nelle impossibilità, nelle rughe.
E anziani che sperano in una sedia libera o preferiscono stare in piedi perché sarebbe poi più faticoso alzarsi …”sa, con queste ginocchia!!!”
C’è una donna che deve ritirare una grossa valigia che è proprio lì dietro al bancone. La questione è che sul documento c’è scritto che dovrebbe venire a ritirarla domani, non oggi. Guardandola, penso che dentro alla valigia ci sia una buona parte della sua vita, spedita da chissà dove, forse da un luogo lasciato in fretta per scappare dalla guerra. Chissà.
Non c’è nulla che possiamo fare se non aspettare il nostro turno e condividere questo spazio in cui sembra concentrarsi tutta l’ampiezza e la complessità del Mondo.
Fuori i clacson suonano, i telefoni squillano: “sì, sono ancora in coda”, “non so quanto ancora”, “appena finisco, arrivo”. C’è il mondo che gira veloce fuori e preme e c’è il nostro essere lì in un tempo dilatato in cui le traiettorie di ognuno di noi si sono incontrate in questa coda alla Posta.
L’equilibrio è delicato. Una scintilla potrebbe incendiare l’atmosfera. Tutto potrebbe essere molto faticoso in questo condividere lo spazio stretto e il tempo lungo.
Eppure, oggi in questo ufficio postale, non c’è nessun commento, polemica, nervosismo o rabbia…. Una donna avverte un ragazzo che si è distratto un momento che è il suo turno…. Lui corre allo sportello e ringrazia più volte la donna. Poi finito di pagare le bollette, si avvicina alla donna e le dice ancora: Grazie! Ti voglio bene, mama!
Un anziano si avvicina ad uno sportello e dice che la serie che inizia con la B non viene mai chiamata e chiede se c’è qualche priorità per chi ha un’invalidità. Allo sportello rispondono con pacatezza che non sono loro che comandano i numeri e gli chiedono cosa cosa deve fare. Nessuno protesta e l’uomo, sollevato dal fatto che la sua specifica fatica sia presa in considerazione, paga la sua bolletta e se ne va zoppicando e ringraziando.
Agli sportelli, i dipendenti gestiscono le diverse operazioni con una pazienza che mi colpisce. Ne sono ammirata e riconfortata. Davanti ai casi più complessi, si aiutano a vicenda in modo da poter risolvere il più possibile le questioni. Una di loro ha il naso rosso, mi chiedo come faccia ad avere così tanta disponibilità pur avendo un raffreddore bello potente. Il suo collega vicino accoglie e saluta ogni persona che arriva al suo sportello con un sorriso. Sono le 17 passate e l’ufficio postale è aperto dalla mattina alle 8.
Ed è proprio il loro modo di rapportarsi che fa la differenza.
Offrire ascolto, rispetto e considerazione amplia le possibilità di ricevere a nostra volta ascolto, rispetto e considerazione. Ognuno di noi influenza gli altri con i propri comportamenti ed è influenzato dai comportamenti degli altri.
La loro disponibilità e il dedicare tutto il tempo necessario ad ogni caso è ciò che lenisce la nostra impazienza, la stanchezza di aspettare e qualche scoramento davanti alle mille complicazioni tra Pin, Spid, documenti e altre avventure. Fanno tutto il possibile, tutto quanto è in loro potere ovviamente, con professionalità e considerazione delle persone che hanno davanti. Questo non elimina il tempo di attesa ma genera un effetto su di noi che siamo lì in coda. Ci muove a piccoli gesti di umanità e collaborazione tra di noi, animati da fiducia che ci muoviamo in un ambiente non ostile e in cui c’è posto per te, per me, per noi, per loro….
Che sollievo! Che bella sensazione sapere che è possibile tutto questo e che come esseri umani ne siamo capaci.
“Tutto il comportamento, e non soltanto il discorso, è comunicazione, e tutta la comunicazione − compresi i segni del contesto interpersonale – influenza il comportamento.” Paul Watzlawick
Arriva il mio turno. La signora con il naso raffreddato mi dice che ho sbagliato a compilare il modulo e che devo rifarlo. Anche la donna accanto a cui ho aspettato tutto questo tempo ha sbagliato il modulo e lo sta già rifacendo. Ci scambiamo uno sguardo e ci sorridiamo.
Pazienza, ci vuole pazienza! E per questo che è meglio restare umani, disponibili e collaborare tra noi.